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Vecchio Palermo, arrestati i Tuttolomondo: intercettata una telefonata tra Anzellotti e Daniela De Angeli

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“L’assalto al Palermo rivelato in diretta”.

Titola così l’edizione odierna del ‘Giornale di Sicilia’. Lo scorso 4 novembre, la notizia: Salvatore e Walter Tuttolomondo, i due fratelli che dovevano salvare il vecchio Palermo poi miseramente fallito nel 2019 a seguito della mancata iscrizione del campionato di Serie B, sono stati arrestati. Diversi i reati che gli sono stati contestati dalla Procura della Repubblica: bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio e reimpiego di denaro, falso e ostacolo alle funzioni della Commissione di vigilanza sulle società di calcio (Covisoc) della Figc.

“I finanzieri siculo-campani non avevano liquidità e così anche per pagare le imposte il loro tributarista, Fabio Anzellotti inventa un trucco registrato in diretta dalle intercettazioni eseguite dal nucleo di polizia economico finanziario delle fiamme gialle”, si legge. Nel dettaglio, era il 24 giugno 2019 quando Anzellotti è al telefono con Daniela De Angeli, storico consigliere e braccio destro dell’ex patron Maurizio Zamparini. “I Tuttolomondo stavano tentando di utilizzare la compensazione di un credito fiscale, in realtà inesistente, ricevuto con l’acquisizione di un ramo dell’azienza della ‘Group Itec’. […] Una scatola vuota, fiscalmente inattiva e con un passato di false fatturazioni”. Non era possibile, dunque, alcuna compensazione. Ragion per cui, Anzellotti ricorse ad un vero e proprio sotterfugio.

“Daniela De Angeli tiene delle conversazioni con Anzellotti, il tributarista che segue la pratica della compensazione per la ‘Groupe Itec’ per conto dei Tuttolomondo – si legge nel provvedimento -. La De Angeli gli espone alcune perplessità relative ai versamenti a mezzo F 24 effettuati per conto della Us Città di Palermo ed in particolare fa notare che il codice di compensazione utilizzato è quello del tributo Ires e non quello del tributo Iva come sarebbe stato corretto”. Nessun errore. Secondo gli inquirenti, infatti, Anzellotti ha sbagliato di proposito. Il motivo? “Anzellotti spiega che l’errore è stato fatto appositamente – prosegue il gip Lorenzo Jannelli -, e che avrebbe provveduto in un secondo momento a correggerlo inserendo il codice Iva”.

“Un trucco che doveva servire a mascherare la realtà”, prosegue il noto quotidiano. Di seguito, il testo dell’intercettazione in cui Anzellotti ha spiegato la questione alla De Angeli: “Il codice tributo si può cambiare in corsa come se uno avesse fatto un errore. Però siccome bisognava passarlo subito… ci sono delle problematiche con l’Agenzia delle entrate che non ti sto a spiegare adesso per telefono… E andava fatto per forza in quel modo”.

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Ma non solo; Anzellotti ha detto chiaramente “che non era stato utilizzato il codice Iva perché, a seguito della cessione di ramo d’azienda, non era stata fatta l’asseverazione del credito Iva da parte di un professionista, come previsto dalla legge. Peraltro Anzellotti si assume la paternità del codice sbagliato, avendo detto a Salvatore Tuttolomondo, ti trovo io il sistema”. La presunta compensazione del credito fiscale doveva servire ai Tuttolomondo per appianare i debiti. In questo modo, l’obiettivo dei due fratelli era quello di racimolare un milione e 400 mila euro utili per pagare i tributi. Tuttavia, secondo l’accusa, sapevano benissimo che non era possibile alcuna compensazione. “Eppure nella seduta del consiglio di amministrazione del 19 giugno viene deliberato l’acquisto del ramo di azienda ‘Groupe Itec’ che serviva a dare il via libera all’operazione”.

Per gli inquirenti, i responsabili sono Salvatore Tuttolomondo, che “ha concretamente voluto e messo in pratica la compensazione indebita” e tutti coloro che hanno votato la delibera in quel Cda: Roberto Bergamo, amministratore delegato, “che prima ha deliberato in seno al Cda e poi ha concluso il contratto di acquisto del credito fasullo della Group Itec”; Walter Tuttolomondo, che ha votato a favore “in ordine al contratto di acquisto del credito inesistente”; Tiziano Gabriele, presidente del consiglio sindacale “che ha approvato la delibera di acquisizione del ramo di azienda”. Regista dell’operazione Fabio Anzellotti, sottolinea la procura, che ha suggerito le modalità. Tra queste posizioni le più gravi, quelle di Walter Tuttolomondo e Roberto Bergamo “ben consapevoli del rischio che si stesse acquistando dalla Group Itec l’ennesimo credito inesistente”.

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