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Reset, Rap, Amat e Amap, si complica per loro la situazione. Giaconia (Avanti insieme): “Trovare urgentemente una soluzione”

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Nella giornata di ieri durante la seduta della terza commissione consiliare, si è svolta l’audizione dei Presidenti delle Partecipate del Comune di Palermo (Reset, Rap, Amat e Amap), alla quale erano presenti anche i Dirigenti Comunali Sergio Maneri e Francesco Alberto Fiorino.

Gli argomenti trattati hanno riguardato sostanzialmente la situazione economico-finanziaria della Reset, il transito dei circa 110 dipendenti che da detta consortile, attraverso la mobilità interaziendale, che dovrebbero allargare le fila della Rap (94) e dell’Amat (17) e i servizi che l’Azienda espleta per mezzo di commesse per conto di altre consorziate.

L’Amministratore Unico della Reset, Perniciaro, – afferma Massimo Giaconia, consigliere comunale del gruppo Avanti Insieme – in sintesi ha confermato quanto già era stato rappresentato nella prima relazione trimestrale 2020, ovvero, una contrazione dei ricavi da fatturato dovuti ad una riduzione del corrispettivo da contratto di servizio pari a 2 milioni di euro rispetto al 2109, nonché al blocco di varie attività di interventi straordinari per conto del Comune, sospesi a causa della mancanza della necessaria progettazione esecutiva”.

La Reset – prosegue il Consigliere – registra, inoltre, minori entrate anche dalle commesse che detiene con le consorziate, soprattutto quella con la Rap che abbraccia il servizio di diserbo, sospeso dal mese di marzo a causa dell’emergenza epidemiologica, e che forse potrebbe ripartire, secondo le previsioni del Presidente della Rap, Norata, con programmazioni mensili e non più a medio e lungo termine come avveniva in passato, e questo per i ben noti problemi finanziari di quest’ultima Società”.

Purtroppo anche i rapporti di collaborazioni con Amap, rispetto ad altri servizi che la stessa poteva dare in commessa alla Reset, non sono più quelli che si auspicava potessero essere fino a qualche mese fa, a seguito di un parere negativo dell’Anac, che di fatto blocca l’operazione, facendo venire meno alla Consortile la possibilità di avere ulteriori ricavi“, spiega Giaconia.

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Subisce una battuta d’arresto la mobilità interaziendale dei 94 lavoratori che dovevano transitare alla Rap. Il presidente Norata, ha dichiarato infatti che, pur avendo l’Azienda Rap grande necessità di personale per garantire tutti i servizi, al momento non si può dare via al transito poiché l’azienda versa in grandi difficoltà finanziare per via degli extra costi. Preoccupazione questa, che ovviamente accresce, con la novella notizia della proposta di deliberazione del riconoscimento del debito fuori bilancio di 9,7 milioni di euro, arrivata all’ordine del giorno del Consiglio Comunale corredata di parere negativo dei Revisori dei Conti“, aggiunge Giaconia.

Quella delle Società Partecipate del Comune di Palermo si configura in uno scenario veramente preoccupante, se si somma anche la complicata questione di Amat.  L’Amministratore Unico della Reset – continua Giaconia – alla fine della seduta, ha affermato che da una proiezione fatta, il Bilancio 2020 si chiuderebbe con una perdita di 4,1 mln di euro, e se da qui a poco non ci saranno da parte del Comune provvedimenti concreti, sarà costretto ad attivare già dal mese di giugno la cassa integrazione per ben 400 lavoratori per un periodo lungo 13 settimane e la riduzione dell’orario da 34 a 32 settimanali”. Aggiunge ancora Giaconia che, di concerto con il presidente della commissione, Paolo Caracausi e gli altri componenti della Terza Commissione, verranno invitati presto in audizione il Vicesindaco Giambrone e l’Assessore Marino, affinchè possano esporre i piani dell’Amministrazione Comunale rispetto ad uno scenario molto complicato qual è quello delle Partecipate.

È necessario e non più procrastinabile – conclude Giaconia- mettere in atto una strategia che comprenda azioni con le quali si devono affrontare e risolvere in modo complessivo le incandescenti questioni delle Partecipate. Una scelta diversa, quale potrebbe essere per esempio gli ammortizzatori e/o la riduzione delle ore lavorative, risulterebbe incoerente con gli impegni di questa Amministrazione Comunale assunti negli anni con i lavoratori e la Città, considerato che si parla di servizi essenziali”.

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